Le studentesse universitarie, sebbene mostrino percorsi di studio più virtuosi rispetto ai colleghi maschi, incontrano difficoltà maggiori quando si affacciano sul mercato del lavoro.
A cinque anni dalla laurea, le donne piemontesi hanno minori probabilità di essere occupate e di avere contratti stabili. Soprattutto presentano redditi da lavoro assai inferiori agli uomini - in media circa 290 euro in meno al mese in termini di retribuzione - e ricoprono incarichi di minor prestigio.
Ad esempio, nel sistema sanitario piemontese, sebbene le donne medico costituiscano il 51% del totale, svolgono funzione di dirigente di struttura complessa solo nel 18% dei casi.