Il report di Ires Piemonte per il Comitato di monitoraggio per la Fase 2.
Rimangono stabili dalla scorsa settimana, rispetto a prima della crisi, al 98% la produzione economica e al 79% la mobilità dei piemontesi, mentre sono ancora il 60% i lavoratori della pubblica amministrazione in smartworking.
Le richieste di cassa integrazione (CIG) presentate in Piemonte sono il 50% rispetto alla platea di potenziali beneficiari.
Ha sofferto particolarmente della crisi l’export piemontese, che è sceso più di 660 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2019, con una flessione che riguarda tutto il territorio, eccetto il Vco, dove i valori rimangono quasi invariati, ed è accentuata soprattutto nelle province di Alessandria (-19,6%), dove hanno maggior peso il settore dei prodotti della metallurgia, il settore orafo e della produzione di macchinari, e di Biella (-9,4%), relativamente al tessile.
Un focus particolare è stato dedicato anche questa settimana alla questione della povertà, usando come fonte l’Osservatorio della povertà della Caritas di Torino, da cui emerge come durante la Fase 1 dell’emergenza siano aumentate in misura considerevole le famiglie che si sono rivolte alle Caritas per avere aiuti di natura soprattutto alimentare.
Nell’attuale Fase 2, invece, sono aumentate le richieste di natura economica legate al pagamento di utenze e affitti scaduti o in scadenza.
In totale, le richieste di aiuto soddisfatte registrano nel periodo marzo-giugno un incremento del 73%.